mercoledì 20 febbraio 2008

Un "Patto di Solidarietà" per la Ricerca


La missione dichiarata del Partito Democratico, la vocazione intima che ne ha illuminato la nascita e che, al tempo stesso, ne definisce l’orizzonte storico è rappresentata dalla capacità di coltivare una nuova speranza nel futuro del Paese.
Nella capacità di far riemergere sentimenti e passioni che diradino l’apatia, la rassegnazione e alimentino, invece, l’orgoglio, l’impegno, la volontà di conoscere e di decidere.
Molto c’è da fare e in molti campi.
Ma mi sembra che su un aspetto sia necessario focalizzare attenzione ed impegno da subito proprio perché è “centrato” sul futuro. Il tema della Ricerca.
Credo che poche cose siano così distruttive come il vedere capacità, competenze, ingegno ed impegno disconosciuti ed avviliti.
Nel nostro Paese lo status di ricercatore è veramente deprimente, se non umiliante, non solo sotto l’aspetto economico ma anche nella percezione del ruolo nella società.
D’altro canto non promuovere, supportare la Ricerca significa rinunciare al futuro, chiudersi in un presente sempre più assediato da nuovi protagonisti più agguerriti e attrezzati. Significa “sopravvivere” creando barricate difensive e miopi protezionismi che, appunto, avviliscono le menti migliori, le risorse umane più dotate e, spesso, le spingono a cercare altrove quelle opportunità alle quali, ed è sacrosanto, non vogliono rinunciare.

Non mi sembra necessario sprecare parole per spiegare che questa situazione è esattamente agli antipodi dal “coltivare la speranza”.
Credo occorra subito ampliare, articolare il programma del Partito Democratico su questo tema e mi sento di suggerire un’idea: un Patto di Solidarietà.

Si potrebbe proporre un accordo con il mondo della produzione, con le aziende manifatturiere e dei servizi di dimensioni medio-alte – quei soggetti economici che per primi trovano occasioni di sviluppo dai risultati della ricerca scientifica - per destinare alla Ricerca (su base volontaria ? magari con un simbolo da utilizzare per la promozione dei prodotti ?) una quota delle imposte da loro pagate (IRES-IRAP). Qualcosa tipo l’otto per mille per le religioni o gli incassi del gioco del Lotto per i Beni Culturali.
Non sono in grado di suggerire le modalità tecniche, ma si potrebbe proporre un osservatorio che stabilisce la destinazione dei fondi così reperiti, al quale partecipi Confindustria, il CNR, un comitato di scienziati e quant’altro.
Potrebbe essere anche un passo contro quella dannosa contrapposizione tra le forze sociali che il Partito Democratico vuole superare e costituirebbe anche una “tangibile” speranza per il futuro di tanti giovani.

ilportavoce

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ancora una volta il portavoce ha colto nel segno!
Non ho ancora avuto modo di leggere il programma integrale del PD, però dagli appunti che ho preso durante l'Assemblea Costituente di sabato 17 febbraio a Roma Veltroni ha citato all'8° punto del nostro programma "Scuola, Università, Ricerca". Quest'ultima non so con quale specificità.
Il fatto certo è che in Italia i biologi ricercatori sono pagati molto meno che i tecnici dei laboratori di analisi e sono costretti ad operare tra mille difficoltà, spesso gratis.Purtroppo anche con strumentazioni obsolete(banalmente, microscopi fuori uso) e qualche volta con problemi di approvvigionamento di cellule su cui condurre gli esperenti.
La speranza di una vita più lunga, nelle migliori condizioni psicofisiche possibili, in un ambiente non inquinato è uno dei grandi sogni di un'umanità prospera e serena, come quella che il PD sta delineando per l'Italia.
SI PUO' FARE!
Andrea Clavarino